Quando me lo ha comunicato mia madre (pochi minuti fa) il mio pensiero, chissà perchè, è subito andato alle celebrazioni della Settimana Santa che quando ero bambino si celebravano ancora in latino. Zio Pietro alla frase "flectuamus genua" rispondeva in tono solenne "levate" alle parole di Don Bernardino.

Sì, perchè zio Pietro per tanti anni era stato sagrestano e aveva sempre suonato l'organo durante le cerimonie relisgiose.

Infatti oltre ad aver fatto l'elettricista, il fotografo (mi ricordo che io e Franco un giorno in soffitta avevamo trovato un vecchio ingranditore fotografico) zio Pietro suonava molto bene la fisarmonica ed aveva fatto ballare intere generazioni. Centinaia di matrimoni dalle tre di pomeriggio alle due di notte. Tantissimi avevano imparato da lui a suonare anche la chitarra (io ho imparato da lui anche ad accordarla) e con lui avevo mosso i primi passi nel mondo delle sette note.

Vogliamo trovargli un difetto? Era esigente e quando lo accmpagnavi con un altro strumento pretendeva la massima precisione. Forse era un po' burbero, ma nello stesso tempo aveva la grande dote della generosità, comune a tutti i veri artisti.

A lui avevamo dedicato una pagina intera su questo sito e tanto era l'amore per il suo paese che aveva scritto una ballata apposta per Cariglio. Una persona sensibile e generosa come tutti gli artisti, che lascia un grande vuoto.

Cio zio Pietro, zia Gilda ti aspettava.

Pino