La vita di Pina è stata tutta un dono.
E’ stata un dono per la sua famiglia di origine: per sua mamma Emma, suo
papà
Dante, i suoi fratelli Giacomo e Pierluigi, le sue sorelle Mariateresa ed
Angela. La sua presenza ha sempre riempito di gioia la sua casa fin dai
primi
giorni della sua esistenza. Nella famiglia Pina ha ricevuto quella
formazione
umana e cristiana che poi porterà con sè per tutta la vita e la esprimerà in
pienezza nella sua nuova famiglia: con suo marito Salvatore e con i suoi
figli
Mariateresa e Michele.
Da bambina (e poi da giovane) è stata sempre molto riservata e socievole e,
nel contempo, intelligente e versatile. Legava con i compagni nel giusto
modo e
si relazionava con essi sempre con garbo. Non me la ricordo mai indignata.
Nei
momenti di preoccupazione non trasmetteva mai sconforto ma speranza e
positività ed ogni conversazione si chiudeva sempre con un sorriso. Mostrava
doti di organizzatrice e mediatrice che la rendevano spesso punto di
riferimento per iniziative di ogni genere. Questi tratti della sua
personalità
sono cresciuti con la sua maturità umana, culturale e sociale e si sono
espresse in modo compiuto nella sua vita professionale e familiare.
Alle qualità umane di Pina facevano corona le sue virtù cristiane. Preghiera
e
carità erano le parole guida del suo comportamento cristiano. Anche nell’ora
oscura e vivificante della sofferenza, a chi le faceva amorevolmente
compagnia, ripeteva queste due parole: preghiera e carità. In effetti in
queste
due parole è sintetizzata la vita cristiana, giacché solo nell’amore a Dio
(la
preghiera) e nell’ amore al prossimo (la carità) si dischiude ad ogni uomo
il
mistero della vita.
Anche la morte di Pina è stata un dono per tutti. Per i cristiani le cose
non
accadono per caso, ma sono rivelative di significati nascosti. Negli ultimi
giorni della sua vita, macinata dalla sofferenza, Pina non era in grado di
parlare, anche se comunicava con la sua fisicità sofferente. L’ ultimo dono
che
ha voluto fare alle persone che ha amato e da cui è stata amata è stato il
giorno della sua morte avvenuta al termine del mese di maggio dedicato alla
Madonna e all’ inizio del mese di Giugno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù.
Nell’ Ave Maria si prega con le parole “ adesso e nell’ ora della nostra
morte…”; tra le promesse del Sacro Cuore di Gesù ai suoi devoti vi è la
grazia
del Paradiso. E’ come se Pina, morendo in quel giorno, avesse voluto parlare
con la sua morte ai suoi cari, consolandoli della certezza della vita
eterna.
Il giorno della morte di Pina possiede i connotati di “segno”, cioè di
richiamo alla consolazione della fede, che ci dice che la vita non finisce
con
la morte, ma si apre alla vita eterna. Anche la sua morte, dunque, è stata
un
dono per noi.
Quando il cuore si apre all’ accoglienza del dono, non può che esprimere
gratitudine. Bisogna dire grazie a Pina per tutto ciò che ha saputo donare.
Ma
bisogna dire soprattutto grazie al Signore Gesù Cristo, nel quale Pina ha
creduto e sperato, per tutti i benefici che le ha donato in questa vita e
che, attraverso di lei, anche noi abbiamo ricevuto.
Don Giacomo Tuoto