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NICOLA CASTAGNARO
Magistrato in pensione - Illustre figlio di Cariglio

Nasce a Cariglio di Fuscaldo il 4 Ottobre 1932 da Elvira Patitucci e Giuseppe Castagnaro. È il primo di cinque figli. Gli altri quattro sono Gino, Nelly, e i compianti Franco (don Franco) e Tonino.
Dal 22 settembre 1959 risiede nella città di Brescia dove ha svolto per complessivi 54 anni le attività professionali nel settore della giustizia, di cui ben trentotto svolti infaticabilmente e con assoluta dedizione nell’ambito della magistratura.
Suo padre, uomo semplice con una buona attitudine al sapere, era un modesto e operoso calzolaio che svolgeva il suo mestiere con passione, riuscendo, pur fra le tante difficoltà del tempo, a rimediare dignitosamente il necessario sostentamento per la famiglia. Sua madre Elvira, donna semplice e dall’animo gentile, è riuscita a dare lustro alla famiglia, prendendosi cura dei figli, guidandoli con amorevole fermezza, secondo rispettose regole, soprattutto durante l’assenza di suo marito, emigrato per alcuni anni (1947-1953) in Argentina.
Come gran parte dei ragazzi del paese, Nicola vive la sua infanzia circondato dalle attenzioni dei genitori, per sua fortuna, in una famiglia unita e dai sani principi cristiani ma, tentato anche dalle distrazioni suggerite dalle regole della strada, in quei tempi influente maestra di vita per tanti adolescenti.
Frequenta a Cariglio la scuola elementare sotto gli insegnamenti di donna Agnese, intransigente storica maestra dagli inflessibili metodi pedagogici, espressi con severità in un tempo in cui la didattica era, di per sé, già caratterizzata da rigidi metodi educativi. A Fuscaldo Marina, sostiene gli esami di quinta elementare che supera agevolmente.       
Ultimati gli anni della scuola elementare, suo padre gli prospetta due possibili vie da percorrere: quella della scuola, dedicandosi allo studio e all’apprendimento o quella del lavoro prestando le sue braccia alla terra come già facevano tanti suoi coetanei.
Nicola preferisce scegliere la prima opzione. Aiutato dalla famiglia si trasferisce a Montepulciano in provincia di Siena dove inizia a frequentare la scuola media, in compagnia di altri due carigliari (Francesco Ramundo, divenuto poi suo cognato per aver sposato Nelly sua sorella e Carmelo Lanzillotta a lui legato da un tramandato vincolo di comparatico).
La permanenza nella cittadina toscana, scelta per acquisire una migliore padronanza della lingua italiana, però, risulta essere economicamente disagevole e, per le difficoltà incontrate, legate addirittura, come lui stesso ricorda, alla sopravvivenza giornaliera, si decise appena dopo tre mesi (ottobre, novembre e dicembre) di far ritorno a Cariglio, sospendendo di fatto il corso degli studi.
Nicola, al pari degli altri due, non fa più ritorno a Montepulciano. "Non siamo più ritornati" – ricorda in un breve racconto registrato nel mese di gennaio 2023 sul lungomare di fronte Cariglio nei pressi del ponte di ferro, dove ama trascorrere sereni momenti, accompagnato premurosamente da suo fratello Gino o da qualche amico. - «Non perché non ci siamo voluti ritornare, ma per questioni economiche».
Rientrato a Cariglio aiutato da alcuni insegnanti residenti a Paola, Belvedere Marittimo e Praia a Mare, continua da privatista a seguire i programmi della scuola media, senza peraltro, averne mai conseguito la licenza.
Con suo padre, nel 1947, affronta il discorso del suo avvenire scolastico. Mastro Peppe, in procinto di emigrare verso l’Argentina, prima di partire gli disse: «Io parto, ti metto in collegio»
All’età di quindici anni, con la sola licenza elementare più le nozioni di scuola media acquisite da privatista, com’era previsto dalle regole del tempo, Nicola poteva essere iscritto al Ginnasio. Così avvenne. Il collegio “Scoppetta” scelto per Nicola si trovava ad Amalfi.
Suo padre, dall’Argentina faceva giungere alla famiglia i soldi necessari, anche per pagare il collegio, consentendogli di frequentare senza problemi il ginnasio amalfitano.
Dopo i primi due anni, Nicola si trasferisce a Salerno e completa gli studi presso il liceo classico Torquato Tasso dove consegue con successo la licenza liceale. A Salerno conosce il prof. Benincasa, benevolmente ricordato da Nicola, con il quale instaura una solida amicizia, attenzionata nel tempo da reciproca stima. I due, poi, nel corso degli anni, più volte si sono ritrovati a Cariglio e a Brescia.

Nel frattempo, suo fratello Francesco, classe 1939, indimenticato futuro Sacerdote da tutti chiamato familiarmente don Franco, dal 1950 studiava presso il Seminario Arcivescovile di Cosenza. Il giovane Nicola, per dare una mano all’economia familiare, appena conseguita la licenza liceale, si trasferisce a Cosenza presso il Collegio Arcivescovile Aniello Calcara, dove svolge, per un anno, il compito di Istitutore. «Mi davano settemila lire al mese» Ricorda Nicola nel suo racconto «Cinquemila lire le lasciavo a Franco che li versava per la retta mensile e con il resto, gestivo le mie spese»

Nicola, nel frattempo si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi Federico II di Napoli e inizia il suo percorso universitario.
Intanto studia per superare il concorso di Cancelliere e quello di Ufficiale Giudiziario. Li supera entrambi, ma per essere assunto deve aspettare più di un anno e, nel mentre, studia sostenendo qualche esame.
I primi due anni di università li svolge a Napoli, poi, chiamato ad esercitare la funzione di Cancelliere presso il tribunale di Brescia, si trasferisce nella città “Leonessa d’Italia” dove vive ininterrottamente dal 21 Settembre 1959. Successivamente, per via della nuova residenza, per ovvie ragioni, è costretto a cambiare Università. Decide, per sua convenienza, di riprendere a seguire i corsi presso l’Università degli studi di Ferrara, dove più avanti consegue la Laurea in Giurisprudenza.

Subito dopo supera il concorso di avvocato. Dopo dieci anni dalla sua prima assunzione supera anche il concorso di Cancelliere Capo di Pretura, vinto solo da lui e da un altro suo collega su tutto il Distretto della Corte d’Appello di Brescia. Supera anche gli esami che lo abilitano all’insegnamento delle materie giuridiche che lo spingono a svolgere l’attività di insegnante di Diritto ed economia politica negli istituti tecnici commerciali e, infine, supera il concorso per diventare Magistrato, che dal 1975 lo porta a svolgere sotto questa veste la funzione di Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica per i minorenni di Brescia. Tuttavia, nonostante la sua nomina principale riguardasse la professione di Magistrato dedito ai reati dei minorenni, su specifici decreti emanati dal Presidente della Corte, ha svolto, in diversi periodi, anche incarichi speciali presso il tribunale di Sorveglianza.       

Nicola dal 1959 al 2007, per complessivi quarantotto anni ha svolto le sue mansioni nel delicato settore della giustizia dimostrando impegno e professionalità.

Dal primo di Ottobre 2007, per raggiunti limiti di età vive da pensionato con il grado di Presidente di sezione di Corte di Cassazione idoneo alle funzioni di direttive superiori.
Il giorno dopo, Nicola è stato salutato dai colleghi e dai collaboratori del Foro bresciano, con una affettuosa cerimonia di commiato. La notizia del suo pensionamento è stata riportata in quei giorni su alcuni quotidiani locali.

Il quotidiano Bresciaoggi in un articolo del 2 Ottobre 2007 Scrive:

DOPO 48 ANNI DI SERVIZIO, VA IN PENSIONE IL MAGISTRATO CHE SI OCCUPA DEI REATI COMMESSI DAI GIOVANI.
Segue un’intervista nella quale Nicola ripercorre le tappe della sua azione di magistrato e dalla quale emergono in maniera encomiabile il suo aspetto umano e la sua elevata capacità genitoriale.

Ecco un brano di quell’intervista:
«Continuo a ritenere» afferma Nicola Castagnaro «che il nostro compito non sia tanto punire il minore che commette un reato, quanto piuttosto cercare di riportare il giovane sulla buona strada»
Una considerazione quella del magistrato, che può evocare l’atteggiamento del «buon padre di famiglia» anziché quello di un amministratore della giustizia. «Ciò che mi sento di aggiungere – precisa Nicola Castagnaro – è che forse oggi il ruolo genitoriale è preso con troppa leggerezza e i figli sono ostaggio di una società alla costante ricerca del “super” a qualunque costo». Per quanto lo riguarda personalmente, «non mi sembra quasi vero che siano passati così tanti anni da quel mio primo incarico nella vostra città – confessa il sostituto procuratore. – Ho svolto questo lavoro sempre con passione, grazie anche alla costruttiva collaborazione che si è instaurata con gli avvocati e tutti i soggetti chiamati in causa a dirimere i tanti delicati casi transitati da questi uffici. Dietro a ogni fascicolo c’è la storia di una persona. Di un ragazzo destinato a diventare un adulto. Non è retorica sostenere che forse dietro a ogni condanna si nasconde il fallimento dell’intera società civile».

Il Giornale di Brescia scrive:

PROCURA DEI MINORI - CASTAGNARO LASCIA DOPO 48 ANNI DI SERVIZIO
Se non è il record, poco ci manca. Quarantotto anni (e quattordici giorni) filati al servizio della Giustizia e del cittadino.
Un traguardo significativo quello tagliato da Nicola Castagnaro, cosentino, classe 1932, a Brescia dal 1959, prima cancelliere dirigente alla Procura della Repubblica del Tribunale, in seguito magistrato, sostituto procuratore alla Procura della Repubblica dei minorenni.
Per raggiunti limiti di età ieri il dottor Castagnaro si è congedato dall’ufficio. Colleghi e collaboratori lo hanno salutato (e festeggiato) in un sobrio incontro conviviale contrappuntato di ricordi e aneddoti di una carriera lunga e impegnativa, compensata negli oneri dalle molte soddisfazioni professionali e dalla stima del Foro bresciano.
"Scrupoloso nell’adempimento dei doveri d’ufficio - ha sottolineato parlando di lui il procuratore capo Emilio Quaranta - si è sacrificato oltre ogni limite, con una presenza costante al tavolo di lavoro, mai superando i termini temporali per la conclusione delle indagini affidategli".
Nicola Castagnaro, che molti ricordano come "la Giustizia dal volto umano" è sposato ed ha una figlia, Elvira, cancelliere alla Corte d’appello di Brescia.

Attualmente, l’ex magistrato passa il suo tempo fra Brescia e Cariglio.
Del suo piccolo paese Nicola non se n’è mai dimenticato e ancora oggi, quando ha la possibilità di trascorrervi del tempo, attorniato dall’affetto e dalle attenzioni di tutta la famiglia di sua figlia Elvira, volentieri sfrutta ogni occasione." Ah! Caro Luigi - mi disse di recente durante una passeggiata - L’aria che si respira a Cariglio è impagabile".
Come dargli torto. Non solo l’aria, ma anche l’acqua, il sole, il mare, i suoni, i colori, sono parti integranti del luogo. Tutto per fortuna a Cariglio risponde ancora ai fondamentali canoni di vita, che nei temporanei soggiorni, accompagnano l’ex magistrato a trascorrere serenamente la sua quotidianità.
Dopo lunghi anni vissuti in una città con inverni freddi e umidi ed estati afose, riscoprire a Cariglio il clima mediterraneo e potersene giovare per periodi consistenti durante dell’anno, evidentemente lo rassicura e lo fa sentire meglio.   
In tanti a Cariglio lo sanno e augurano all’illustre conterraneo lunga vita, buona salute e ancora tante salutari passeggiate.

In tutti questi anni gli è stato amorevolmente vicino Concetta Ramundo, sua moglie

Luigi Tuoto

 

Cariglio 23 marzo 2023

 

 

 
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