Cariglio
  ieri oggi domani

 

 
    Documentazione Storica
    Parole e ... musica
    L'angolo del sapere
    Eventi
    Foto
   Contatti
    Siti utili
 
 
Home Cariglio nel mondo Guestbook I vostri video Webcam Community 
 
          La valigia di cartone

 (Legata con lo spago) ....la valigia ….dei ricordi. ……..e nel 1967 la rottamai.La mia bellisima Lancia Appia .
Avrei voluto portarla con me in Africa, ma mi dissero che lì sarebbe morta di caldo.
Tolsi le targhe e la portai alla Santo Stefano ( el ruttamat) e li ne fecero un grosso cubo di alluminio.
Cara la mia Appia, fu per me molto doloroso separarmene. Per molti anni era stata una compagna fedele ed ubbidiente, mai un fuori giri, un’ingolfata, una frenata fuori luogo.
Una notte di capodanno con cinque ospiti a bordo oltre me , vicino alla montagnetta di S.Siro, fece un paio di testa/coda sull’asfalto ghiacciato ma ne venne fuori brillantemente!
Una compagna fedele per me ed un taxi senza tassametro per i miei amici.
Nelle nebbiose serate Peresi, parcheggiata davanti alla “ nostra” latteria aspettava pazientemente l’immancabile “ ama jii” del mio carissimo e compianto amico Pino, cosentino d'origine ma fuscaldese d'adozione, che ci esortava a non perderci un film... ch’era uno... in quel di Rho o, in alternativa, il piacere fanciullesco di andare a bere un caffé bollente a Torino per poi tornare subito indietro.
Era “alcova” la mia Appia, alla bisogna anche per i miei amici, “ là dove c’era l’erba”....e non c’era ancora una città… ai tempi in cui Memo Remigi cantava “ sapessi com’è strano sentirsi innamorati a Milano”.
Ma per lo più era triste, avrebbe voluto che lo splendore della sua carrozzeria rimanesse sempre immacolato, e che il buon odore della sua tappezzeria non venisse offeso dall’odore nauseabondo che esalava dalla raffineria. All’epoca Pero era uno dei poli industriali più importanti della Lombardia, ma era anche il paese “ che spusa”!
Povera la mia Appia, non vedeva l’ora che arrivasse il mese di agosto!
Già a fine luglio le brillavano i fari, i pneumatici le andavano su di pressione, le marce scattavano e la marmitta scoppiettava dalla contentezza.
E quindi, come ogni estate, ai primi di agosto, cominciava l’avventura. Melegnano fino all' uscita di Fiorenzuola... tutta lì l'autostrada del sole, nient’altro. Bisognava affrontare la strada statale che portava al passo della Cisa e poi, attraversando Pontremoli, giù fino a Sarzana e la via Appia fino ad Orte.
Una faticaccia.
Ad Orte...e fino a Roma.......si riusciva finalmente a ripercorrere un piccolo spicchio di...sole.. dell'autostrada del sole.
Poi la Roma Napoli a due corsie, la Napoli Pompei, se riuscivi a venire fuori vivo dal traffico caotico di Napoli, e, dulcis in fundo, l'inerpicata su su per le montagne di Vallo della Lucania per riuscire poi finalmente a scorgere le tegole del tanto agognato, famigerato ed eterno Lagonegro .
Il mare non lo si vedeva ancora......ma il serpentone della valle del noce lo si affrontava sniffando l'aria in cerca dell'odore di salsedine.
Percorrendo la gloriosa vecchia statale 18 già sentivi in bocca..... u sapuri di l'alici fritte!
E Fuscaldo era lì, a portata di paraurti!
Una Fuscaldo agostana e spensierata che ti ricompensava per la faticata del viaggio.
La mia Appia era raggiante, finalmente poteva scrollarsi di dosso quel colore "annigliatu" per ritornare al suo originario splendore.
Me li ricordava qualche anno fa il mio amico Carmine Allevato che ora vive a Parigi e che all'epoca era un ragazzino, i bardi d'acqua da funtana da cruci fino a ra casa mia, ca carriava ppì lavà a machina......con la promessa, mai mantenuta, di nu giru finu a ru chianareddru!
Gli chiesi scusa , e mi perdonò.
Ma ben altri giri faceva la mia Appia durante quei favolosi agosti fuscarisi.
Diventava "pulmino" durante i tornei di calcio agostani.....jendu ricugliendu campagne campagne gli "oriundi" e riportando a ru paisi, a sette otto a vota, gli "eroi" della pedata. Gino Leta no, perchè la consegna per Gino Leta, mastino della difesa, era quella di marcare ad uomo il suo diretto avversario, per cui, anche a partita finita, unnù lassava di pedi e l'accumpagnava a ra casa !!!
Ma il compito più esaltante per la mia Appia era quello di girare per il circondario fuscaldese annunciando l'arrivo al Raggio verde o da Lepore di cantanti del calibro di Vianello, Nicola di Bari, Michele, Fred Buongusto, e tantissimi altri che all'epoca andavano per la maggiore.
A notte fonda l'Appia ritornava a ra cruci ca un stava cchiù 'ntru chassis tantu da cuntintizza!
Poi venne il 1967, e tutto finì.......in Africa mi innamorai di un'altra maccchina che si chiamava Land Rover......e.........ma quella è un'altra storia!

Mario Selvaggio



 

                                torna su                                                            home page

 
 
sito ufficiale del paese di Cariglio comune di Fuscaldo provincia di Cosenza
webmaster Pino Castagnaro e Luigi Tuoto - webmaster@cariglio.it