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          Ciao Pina........
 

 

 

Siamo nati nello stesso anno, io ad Aprile, lei qualche mese dopo. Il 1956: un anno veramente prolifico per Cariglio. Infatti sono di quell'anno anche Salvatore (che le stato a fianco per 30 anni), Gianfranco, Franco, Giacomo, Ninetta, Rocco, Antonio, Peppe e altri che ora mi sfuggono.

Ricordo che da bambini giocavamo sulla scala di Filumena assieme a Giacomo, Maria Teresa ed altri bambini, mentre dal balcone venivamo discretamente sorvegliati da Za Mitelesa (la nonna) e da mia nonna Annina che allora avevano sui 50 anni ed a noi sembravano vecchie decrepite!

Era riccia Pina, riccia e con tantissimi capelli ed era una bambina calma, quasi timida. Poi le scuole medie e le superiori a Paola. Il pulmann alle 7 di mattina ed il ritorno alle 2 o le 2 e mezza, a seconda se ci lasciava al Trappeto oppure se veniva fino a Cariglio. Non mi ricordo perchè, ma c'erano queste fasi altalenanti. Intanto qualcuno (Giacomo) si era già allontanato da Cariglio: sorte che in seguito sarebbe toccata anche a molti di noi, Pina inclusa.

In questo periodo l'amore tra Pina e Salvatore prende sempre più piede e continua quando loro due vanno a studiare a Brescia, io parto per Torino, Franco per Roma. Rocco si era già trasferito con tutta la famiglia in Piemonte.

Infatti, dopo il Liceo gli studi di Pina proseguono all'Università di Brescia dove si laurea in Medicina. Eh sì, perchè tra le tante disavventure che le sono occorse a volte ci si dimentica che Pina era un medico. Ha potuto professare non molto la sua professione, che era anche una grande passione, ma era un medico.Come anche Salvatore.

Intanto anch'io avevo preso la mia laurea in Ingegneria, Gianfranco era diventato Architetto, Franco lavorava al Ministero a Roma, Ninetta era diventata Assistente Sociale, Rocco lavorava con l'oro a Valenza. Insomma ognuno di noi aveva intrapreso l'attività che avrebbe seguito nella propria vita. Giacomo era diventato prete della Cattedrale di Cosenza.

Noi nati nel '56 abbiamo sempre avuto una specie di filo che ci ha legati, un filo che, anche se i nostri rapporti non erano stretti, ci teneva insieme come quello invisibile, quell'intesa che lega due fratelli siamesi.

Ad un certo punto la malattia ha cominciato a prenderla ed è iniziato quel doloroso va e vieni da Brescia che l'ha accompagnata per tanti anni.

Gli ultimi mesi sono stati veramente brutti, ma Salvatore e i suoi due ragazzi le sono stati molto vicini. E soprattutto ha potuto godere della presenza costante e amorevole di Maria Teresa e Silvana: due angeli!

Certo, con lei è andato via anche un piccolo pezzo della mia vita, ma non voglio pensare a Pina con tristezza. Lei che era sempre disponibile, gentilissima (si era data molto da fare quando organizzavo Cariglio Jazz) ho piacere che rimanga nel nostro pensiero con quel sorriso gentile e da miope che mi porterò sempre nel cuore.

Pino

                               

 

Il ricordo di Don Giacomo Tuoto

 

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