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Zio Geppino ci ha lasciato. E’ una notizia molto dolorosa, di quelle che parla alle radici familiari più profonde.
Sarà che il suo ricordo è legato sin dall’infanzia a quelle grandi stecche di cioccolata che ci portava quando d’estate tornava con la famiglia dalla Svizzera. Si divertiva a passare da Fuscaldo Marina poiché in tanti lo scambiavano per papà Enzo, e lui glielo raccontava ridendo, con gioia.

Quella gioia che gli è sempre appartenuta.

Papà era legatissimo a zio, perché è sempre stato colui che portava il buon umore in famiglia.
Tutte le volte che lo nominava sorrideva o rideva come se stesse rivivendo gli aneddoti che ci raccontava.

Zio Geppino, scritto all’anagrafe con il nome Salvatore, era il penultimo dei figli maschi di nonna N’donetta e di nonno Ciccio. Era anche il penultimo di otto figli. Zia Elvira mi raccontava proprio ieri, che era il più alto dei maschi, mentre zia Trieste era la più alta delle femmine.

Effettivamente era proprio un bel ragazzo, alto, biondo, occhi celesti, luminosi come il suo sorriso contagioso.

La sua avvenenza era molto apprezzata dalle ragazze dell’epoca, infatti in casa di nonna c’erano delle cartoline indirizzate a lui direttamente, con commenti ed inviti abbastanza espliciti per allora.

Un aneddoto che faceva molto ridere papà, della loro vita da ragazzi, era quando zio Geppino ebbe gli orecchioni; ci raccontava che all’epoca per difendersi dal freddo e per alleviare il dolore alle orecchie e alle ghiandole vincine, portò a lungo uno sciarpone avvolto in più giri attorno alla testa, cui si era così affezionato che non volle togliere neanche quando guarì. Ed era così buffo a guardarlo che papà rideva e rideva, ancora dopo svariati decenni dopo l’accaduto.

Che epoca meravigliosa era quella, di tempi semplici, in cui il valore più grande era la famiglia e i princìpi che sapeva rispettare e trasmettere.
Erano ben 8 figli e andavano sempre e tutti d’amore e d’accordo. Una realtà impensabile oggi.

Zio Geppino ebbe anche l’ardire di emigrare; andò in una terra bella e vivace come il Brasile, in cui si divertì molto e conobbe anche personaggi famosi; ma nonna era una mamma chioccia, e nonostante accanto avesse gli altri figli, evidentemente le mancava il più allegro di tutti e lo fece tornare.
Quando tornò conobbe la bella zia Ninetta di Praia a Mare, si sposarono, ed emigrarono in una terra più vicina, la Svizzera.

Grazie alla gran voglia di lavorare di entrambi, allo spirito pratico e al saper fare di zia Ninetta, insieme costruirono una bella posizione e avuto due splendide figlie, Patrizia e Susanna e quattro meravigliosi nipoti tutti maschi, nell’ordine: Stefano, Fabio, Giuliano, e Leonardo.

Quando viveva a Cariglio aveva anche lui iniziato a suonare, e quando si ritrovavano con papà ricordavano e ridevano dei tanti episodi vissuti con l’Orchestrina “Terra nostra Cariglio”.

Passione per la musica che coltivò anche quando abitava a Zurigo, infatti suonava il clarinetto nella banda della città. Aveva la passione per le auto potenti, infatti quando tornava dalla Svizzera, raccontava dei record personali di velocità, amava il mare, giocare a bocce, e come tutti i Castagnaro amava soprattutto la compagnia dei buoni amici e dei parenti.

Dopo la pensione era tornato con zia Ninetta a vivere a Praia e quando andavamo a trovarlo ci accoglieva sempre con il suo sorriso luminoso e con un abbraccio caloroso, che ti faceva dimenticare tutto il tempo trascorso dall’ultima volta che ci si era visti.

Zio Geppino è sempre stato generoso e allegro.

Regalava a tutti un sorriso, e chi sa donare il sorriso merita il Paradiso.

 

 

Antonietta Castagnaro - 11 aprile 2022

 

 

 
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